Elementari di via Paravia, ok alla classe "di soli stranieri": in aula tutti immigrati
Decaduto il vincolo della quota minima di italiani, il provveditorato dà l'ok: via libera alla sezione con 18 alunni di cui 16 figli di immigrati. La soddisfazione della politica
E' stato dato il via libera del provveditorato alla prima classe elementare della scuola Radice di via Paravia. Si tratta di una importante decisione, che capovolge l'orientamento finora emerso, vòlto a rispettare la "quota minima" di italiani per evitare le cosiddette "classi ghetto". La Radice è infatti una delle scuole in cui la popolazione studentesta è ormai, da vari anni, a stragrande maggioranza di stranieri.
Contro la prospettiva che la scuola chiudesse per mancanza di classi prime con "quota minima" si era da sempre schierata la politica milanese: non soltanto il centro-sinistra, con la consigliera provinciale Diana De Marchi, coordinatrice del circolo del Pd più vicino alla scuola, ma anche, per esempio, il leghista Matteo Salvini, che ha sempre parlato bene di come viene gestita la scuola dalla direttrice didattica, con laboratori ed esperimenti per avvicinare i ragazzini e farli sentire meno isolati.
La notizia del giorno è comunque il via libera alla sezione con 18 iscritti, di cui 16 figli di immigrati, 14 dei quali nati a Milano. Decisione che deriva dal fatto che, a livello nazionale, è decaduto il tetto del 30% massimo di iscritti non italiani per classe, deciso ai tempi dall'allora ministro Gelmini. L'anno scorso il via libera non era stato dato e il tribunale non aveva accolto un ricorso per discriminazione presentato da alcuni genitori. Il vicesindaco Maria Grazia Guida chiede ai genitori italiani un impegno a non abbandonare la scuola, a "non scappare e iscrivere i figli altrove". E' proprio la "fuga" dei genitori italiani ad avere causato questa situazione, non soltanto alla Radice ma anche all'elementare di via Dolci, sempre nel quartiere di San Siro.
