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Forze Armate Baggio / Via della Rovere

"No alla speculazione": corteo in piazza d'Armi contro la vendita dell'area

Comitati e associazioni propongono un grande parco pubblico e agricolo al posto di ogni tipo di progetto alternativo

Al grido di "salviamo piazza d'Armi dalla speculazione" si è svolto, sotto la pioggia, il corteo del Comitato piazza d'Armi e dell'Associazione Le Giardiniere in via delle Forze Armate, sabato 10 marzo nel pomeriggio. Il ritrovo all'angolo con via Della Rovere, presso gli ex magazzini militari che recentemente sono stati dichiarati abbattibili dal comitato per l'ordine e la sicurezza dato lo stato di occupazione abusiva testimoniato, tra l'altro, anche da Striscia La Notizia.

La "favela" ai margini di piazza d'Armi

Baraccopoli in piazza d'Armi (Melley/MilanoToday)

I cittadini che si sono radunati in via Della Rovere (e non è la prima volta che manifestano) contestano ogni progetto di trasformazione urbana della grande area tra gli ex magazzini da una parte e la caserma Perrucchetti dall'altra. Un'area che in tanti anni di abbandono è diventata di fatto un'oasi naturale, ovviamente non curata, nella quale hanno trovato il loro habitat alcune specie animali, dalla lepre al tritone crestato, quest'ultimo scelto dalle organizzazioni come "simbolo" della loro protesta.

Piazza d'Armi (foto Melley/MilanoToday)

E' di questi giorni la notizia che Invimit (società del ministero delle Finanze) ha messo in vendita ufficialmente l'intera area con una procedura online i cui dettagli sono riservati a chi si registra e intende fare un'offerta. Invimit è stata incaricata dal Demanio militare di fare fruttare l'area, su cui inizialmente era stato elaborato un progetto di nuovo quartiere residenziale ecologico e tecnologico con 4 mila appartamenti perimetrali e un grande parco; poi si è affacciata l'intenzione dell'Inter di realizzarvi i suoi campi d'allenamento per "accentrare" la Pinetina e Interello.

Il Piano di Governo del Territorio prevede un indice volumetrico piuttosto alto (0,70) a fronte del 50% vincolato a verde. Sull'area il dibattito pubblico (e politico) è vivo da anni, sebbene la politica non possa incidere del tutto, trattandosi di un'area privata. 

"E' un territorio dalla ricchissima biodiversità, condizione rara in Lombardia, e sicuramente unica in un'area metropolitana", si legge nella nota in cui i comitati e le associazioni annunciavano il corteo "per far comprendere l'importanza ambientale di un area incontaminata all’interno della città e ricca di flora e fauna protette". La proposta dei comitati e delle associazioni è quella di realizzare un grande parco urbano, agricolo e produttivo, in cui far convivere il verde pubblico con attività di valorizzazione (anche economica) legate all'ambiente e alla sua conservazione. 

Sul tema del futuro di piazza d'Armi, il 9 marzo, è intervenuto anche Pierfrancesco Maran, assessore all'urbanistica del Comune di Milano. Maran ha precisato che "se l’idea di tutto parco e zero volumetrie evidentemente cozza con i diritti edificatori già esistenti, credo che le due le strade raccontate in questi mesi (50% parco e 300mila mq di volumetrie vs drastica riduzione di volumetrie con area verde più grande ma in parte privata per impianti sportivi) siano lecite, abbiano dignità e possano portare benefici al quartiere". 

Maran ha poi aggiunto: "Come detto più volte, preferisco proposte con meno volumetrie in quel luogo ma dobbiamo vedere se ci sono condizioni per arrivarci e serve comunque voto del consiglio comunale", perché diminuire le volumetrie significa modificare il Piano di Governo del Territorio. 

Di tutt'altro avviso il Movimento 5 Stelle, che sabato 10 marzo ha partecipato al corteo in via Della Rovere. Per il consigliere comunale Simone Sollazzo, "l'amministrazione è cieca e il suo unico interesse è la continua compravendita del patrimonio comunale, con l'aggravante che le responsabilità sono addossate a una società privata come Invimit sgr Spa, che rimane comunque controllata da un ente statale".

Per i pentastellati, occorre apporre un vincolo paesaggistico e riqualificare sia gli ex magazzini militari sia l'intera area, "evitando volumetrie". 

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